La trasformazione degli studentati in alloggi turistici a Firenze sta scatenando una vera e propria battaglia in Consiglio comunale.
Con il Piano operativo comunale (Poc) in procinto di essere approvato, emerge una delle questioni più controverse: la possibilità per gli studentati di convertire le camere in spazi ricettivi per un totale di 60 giorni all’anno, distribuibili su tutto l’anno anziché concentrati nei mesi estivi. Questa modifica, proposta dalla giunta del sindaco Dario Nardella, ha sollevato un polverone di critiche da parte di comitati cittadini, opposizioni politiche e rappresentanti del settore alberghiero, preoccupati per l’impatto sulla città e la difficoltà nei controlli.
Inizialmente concepita per aiutare le residenze studentesche pubbliche a finanziare necessarie ristrutturazioni, la normativa si è evoluta in un campo di scontro politico, evidenziando la crescente tensione tra esigenze di studenti e turisti. La sfida ora è tra chi chiede una revisione totale della norma, come M5S e Sinistra Progetto Comune, e chi, come il Partito Democratico, sostiene le modifiche introdotte, promettendo controlli più efficaci.
Questa vicenda mette in luce non solo la complessità della gestione urbana in una città ad alta vocazione turistica come Firenze, ma anche il difficile equilibrio tra diritto allo studio e sfruttamento turistico.
La questione chiama in causa la responsabilità delle amministrazioni locali nel garantire che lo sviluppo turistico non vada a discapito delle esigenze dei residenti e degli studenti.
Con il dibattito acceso, il Consiglio comunale si appresta a vivere momenti di intensa discussione, riflettendo le ampie divergenze di opinione su come conciliare turismo e vita studentesca.
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